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Davanti al primo fuoco della collina

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Perchè santiddio mi domando hai dovuto scegliere la strada in salita?

Ma poi non s'era detto di tirare diritti

e quella sposta a destra a vederla da qui che non si tratta di centimetri

ma di cieli stellati, tre erae glaciali in cui avrei scelto un' albicocca

una pesca o al limite una nespola come frutto da sposare

o una moglie soldato 

biforca saltimbanca ma si capisce che è secondaria

ma tu no, con la tua idea di montagna quale vetta da raggiungere.

-te vojo bene assaje ma tanto tanto bene assaje-

Non mi ricorderai da qualche anno

quando ci ritroveremo sullo stesso tram

e io ti parlerò di quella volta che mi lasciasti indietro da solo nel bosco

e trovai me stesso in un ramo disarticolato

che mi fu bastone da passeggio

ben oltre il calare della sera

fino al primo fuoco che incontrammo fatuo

ardente sulla collina.

Divenne regola

parlare al fuoco come fosse mio compagno di sventure:

-Sarebbe una di quelle che non perde un ballo 

se non le vibrassero le vertebre ogni volta che i colpi sono bassi.

Sarebbe una di quelle che si voltano tutti

se non volesse l' attenzione solo di alcuni

così si trasforma in base al calendario

un cappotto lungo, una canottiera a righe

manica lunga da una parte spalla scoperta dall' alltra

come a dire ho gusti bipolari

ma solo a una certa età

da cercare nel dizionario alle voci sempre o mai.

Insomma fa come le pare

che poi sarebbe il livello base di libertà.

Se avessi avuto un po' di soldi l' avrei vestita da capo a piedi

per soddisfare le mie voglie di antichi segreti

e bellezza pagana

e le avrei fatto milioni di foto

e scritto centinaia di poesie

ma scoparla mai, solo fare l' amore, com' è naturale ma senza figli.

ho perso la fermata.

Io rido di me, ho questo potere

e sono avvantaggiato perchè sono brutto

se sei bello è più difficile ridere di te 

perchè la bellezza ha il potere di convincerti

c'è poi chi è come lei che bada ai risultati

a quello che è in grado di far fare

agli uomini e alle donne

in suo suffragio universale-.

Lei:

-quanto mi fa incazzare quando parli di me come se io non ci fossi

come se non fossi presente-

-è che ti ho idealizzata a tal punto che a volte dimentico

che sei già esistente, scusami-.

Quando il fuoco ci ascoltava e tu sola sai che non è mai accaduto.

 

 Adielle - 14/06/2015 03:38:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Laura.

 Laura Costantini - 13/06/2015 20:52:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Che ...! Scusa il mancato apostrofo! E la u al posto della i

 Laura Costantini - 13/06/2015 20:50:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Io non ti prenderei in giro, lascerei fare a te perché mi diverte il modo con cui prendi in giro tutti, compreso te stesso!
La tua è un ironia che racchude rabbia più che un gidizio, per questo vale la pena condividerla e annaffiarla con sane risate!

 Adielle - 13/06/2015 18:12:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Anche Lorenzo ha notato una cosa simile ma Laura, sinceramente, in questa poesia non sono incazzato! Anzi mi sembrava di aver fatto della facile ironia, è una cosa tipo volemese bene nonostante tutto. Sembra che parli male della ragazza in questione? Perchè non era mia intenzione. E comunque si, sono sicuro che insieme dal vivo ne sapremmo ridere da morire! Sarebbe bello, passeggiando sul lungofiume o ad un tavolo di un bar del centro con due mojito ghiacciati con tu che mi dici per consolarmi rassegnati tanto non hai avuto mai nessuna speranza con lei e io che non la smetto di indignarmi (per scherzo) nemmeno per bere. Ciao, grazie e un caro saluto.

 Laura Costantini - 13/06/2015 15:04:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Adielle, in questa poesia hai un tono, che se fossi di persona, c’ammazzeremmo di risate!
Perché incazzarsi è come riderci su in fondo!

 Adielle - 13/06/2015 10:15:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Lorenzo e no che non mi dispiace, ci mancherebbe, anzi nelle parole del tuo amico Paolo penso che "dei perdenti" mi raccolga col cucchiaino, sempre che nel mio caso si possa parlare di una vera produzione poetica, lontana com’è dalla poesia militante che poi per me sarebbe quella che ha scelto il proprio destino (cambiare il mondo?). Penso che il tuo impegno sia molto importante e che faccia del bene a questa rivista, ciao, un caro saluto.

 Lorenzo Mullon - 13/06/2015 08:56:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

bello che ti incazzi
i poeti finti sono quelli che non si arrabbiano mai
nemmeno quando uccidono un altro poeta, come Hashem Shabani

anzi, se non ti spiace, lascio anche qui il messaggio del mio amico Paolo:
Caro Lorenzo, non riesco a trovare notizie sul poeta iraniano utilizzando il link che mi hai inviato, ma mi fido di te. E’ ancora vero come lo è sempre stato nella storia del mondo: i poeti che lottano perché gli ingranaggi della demenza, della follia o della semplice cattiveria si arrestino, i poeti che combattono la violenza nel nome di un dio o di una patria e la paura che essa genera (da Dante a al-Hallaj, da Garcia Lorca a Pasolini) sono esiliati, crocifissi, uccisi… Viva il coraggio, crepi la viltà! Viva la poesia che se ne frega delle conseguenze! Viva la poesia fresca come le cascate che travolgono ogni misura! Viva la poesia dei diversi, dei perdenti, degli emarginati, degli eretici, dei barboni, degli alcolisti anonimi, delle puttane, delle anoressiche, delle donne cannone, dei freak, degli islamici anarchici, dei funamboli buddhisti, dei gay tristi, dei mendicanti dalle tasche bucate, dei pellegrini senza piedi, dei ladri senza mani, dei marinai ciechi, degli scalatori che soffrono di vertigini! Viva la poesia che brucia, che sale sui patiboli, che si dissangua tra gli idioti, che si strema nelle carezze! Viva Hashem Shabani, viva tutto ciò che ci rigetta verso il fondo senza fondo dell’universo!

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